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Prezzi alle stelle per i traghetti, la Sardegna ricorre all’antitrust

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La Regione Sardegna ha deciso di ricorrere all’antitrust contro le tariffe praticate dalle compagnie di navigazione per i collegamenti con la terra ferma. I prezzi per raggiungere l’isola dai porti principali come Genova, Livorno e Civitavecchia sono raddoppiati. Una situazione che ha spinto la Giunta regionale a ricorrere all’antitrust. “Vogliamo tutelare gli interessi dei sardi, dei visitatori e delle nostre imprese”, spiega il governatore Ugo Cappellacci. “Spiace che da parte dei vettori non vi sia stata la giusta sensibilità ad affrontare la questione sia nel breve che nel lungo periodo e che si renda necessario un conflitto di questo tipo. I prezzi praticati”, denuncia il presidente della Regione Sardegna, “rischiano di comprimere le possibilità di ripresa e sviluppo del sistema Sardegna e questo per noi è un fatto intollerabile”.
Sul tema è intervenuto anche il deputato del Pdl ed ex presidente della Regione Mauro Pili, che ha presentato un’interrogazione al governo. “Basta con le speculazioni sui trasporti marittimi nelle rotte sarde. È ora di una reazione forte e decisa delle istituzioni e dei sardi. Il governo deve agire ora, senza perdere un solo giorno, per impedire il protrarsi dell’indecente speculazione in atto sui trasporti marittimi da e per la Sardegna che ha visto incrementi dal 60 al 100 per cento sulle tariffe”. Pili ha anche annunciato di aver incaricato un gruppo di legali di studiare tutte le azioni da mettere in campo per perseguire ogni ipotesi di reato su quanto sta avvenendo. “Oltre ai reati di abuso di posizione dominante e speculazione ai danni di una comunità gli avvocati stanno lavorando sull’ipotesi di una class action contro le compagnie di navigazione che si fossero rese responsabili di incrementi indebiti e ingiustificati del costo dei biglietti. La legge sulla concorrenza”, conclude Pili, “vieta le intese tra imprese che abbiano per oggetto o per effetto di impedire, restringere o falsare in maniera consistente il gioco della concorrenza all’interno del mercato nazionale o in una sua parte rilevante, come sta accadendo sui trasporti da e per la Sardegna”. Anche dal capogruppo del Pd in commissione Trasporti alla Camera, Michele Meta, arriva una richiesta di chiarimenti. “Il raddoppio del prezzo dei traghetti per la Sardegna”, spiega Meta, “sembra davvero sospetto e per questo motivo abbiamo chiesto un’audizione urgente in Parlamento dell’antitrust e delle compagnie di navigazione per fare luce sull’intera vicenda. Un aumento di tale portata del prezzo dei biglietti rischia di danneggiare due volte la Sardegna a causa di una flessione delle presenze turistiche e di un aumento del costo delle merci per i consumatori, sulle cui spalle si scaricheranno inevitabilmente i rincari. Noi chiediamo solo trasparenza sul sospetto di cartello sui prezzi che, tra le altre cose, sembra essersi approfittato anche della debolezza di Tirrenia in amministrazione controllata”.
Intanto, Paolo D’Amico, presidente di Confitarma (la Confederazione italiana degli armatori), prova a individuare i motivi di questo rincaro. Nel mirino c’è il caro carburante. “I consumatori dovrebbero sapere, visto che i rappresentanti delle loro associazioni si sono riuniti con gli armatori, che c’è un aumento del prezzo dei carburanti a dir poco spaventoso. È un tema delicato, ma è completamente al di fuori del controllo degli armatori”. Inoltre, spiega D’Amico, il caro-carburante “è recuperato solo in parte da questo incremento”.


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